06 aprile 2013

Isaac Asimov due decenni dalla scomparsa

Nato a Petrovich, un villaggio russo nei pressi di Smolensk, il 2 gennaio 1920, il grande scrittore morì a New York, il 6 aprile 1992 chiudendo una esistenza che ha tracciato la mappa della fantascienza con i suoi filoni: robot, Fondazione, Impero. Ma questa divisione ha valore solo dal punto di vista del catalogo. Al di là della discussione immediata, la caratteristica che li distingue è la sottigliezza con cui affrontare situazioni di fantascienza canonica e, a volte calcando su stereotipi, portandole ad un alto livello di sofisticazione. Inserito nello stesso contesto "storico", ma qualche migliaio di anni prima del crollo dell'impero, sono i tre romanzi Paria dei cieli, Il tiranno dei mondi e Le correnti dello spazio.
I lettori hanno sempre amato in particolare i romanzi sui robot di Asimov, da Abissi d'acciaio a Il sole nudo: precursori di temi contemporanei sul confine ambiguo tra uomo e macchina (come nei romanzi di Philip K. Dick).
L'incredibile successo mondiale ottenuto da questo autore dopo la guerra, viene da due fattori: la capacità di intrattenere, ma anche quella di "convincere" il pubblico con una accuratezza quasi arida, appena smorzata dalla onnipresente ironia. La documentazione scientifica da cui si sviluppano le sue visioni e le sue riflessioni su un mondo dominato dalla meccanizzazione ha influenzato generazioni di scrittori tanto che Asimov apre forse la fantascienza del post-modernismo. Le sue riflessioni sul cerchio magico del fantastico e le meraviglie nel barattolo, fondono la base razionale e scientifica che ha dominato il pensiero novecentesco con la sensibilità umanistica (come faceva HG Wells) del pensiero filosofico applicato alla scienza.

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